“Pomarola” del Brasile, olio “Pompeian” del Maryland , “Zottarella” venduta in Germani e pelati San Marzano fatti in California.
Ingredienti che purtroppo si trovano spesso nelle pizze taroccate vendute nel mondo. Per tutelare il prodotto simbolo della cucina partenopea, Coldiretti propone di iscrivere la pizza nella lista Unesco dei patrimoni immateriali dell’umanità. L’iniziativa è stata lanciata al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio, anche per fare definitivamente chiarezza sull’origine italiana degli ingredienti e sulle modalità di preparazione per garantire le condizioni igienico e sanitarie ottimali.
“La pizza napoletana – sottolinea la Coldiretti – dal 4 febbraio 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita dall’Unione Europea, ma ora l’obiettivo è quello di arrivare ad un riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità. L’adesione della Coldiretti alla campagna accompagna la petizione lanciata sulla piattaforma Change.org insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, per garantire pizze realizzate a regola d’arte con prodotti genuini e provenienti esclusivamente dall’agricoltura italiana e combattere anche l’agropirateria internazionale”.
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