Con 275 voti a favore, 80 contrari e 32 astenuti, la Camera ha definitivamente approvato il testo di riforma dell’editoria. Principale novità, l’introduzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione, destinato al sostegno dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale.
Vengono invece cessati i finanziamenti destinati ad organi di informazione di partiti o movimenti politici e sindacali, periodici specialistici, imprese editrici di quotidiani e periodici che fanno capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in borsa.
Sul fronte dell’occupazione, la riforma prevede bonus per incentivare l’assunzione a tempo indeterminato di under 35, per azioni di formazione, e per l’attivazione di percorsi di alternanza tra scuola e lavoro.
La riforma interviene anche sull’Ordine dei giornalisti: il nuovo consiglio nazionale dovrà essere composto da sessanta persone, di cui per due terzi giornalisti professionisti.
Ancora, viene previsto l’innalzamento dei requisiti di anzianità anagrafica e contributiva per l’accesso dei giornalisti alla pensione di vecchiaia anticipata.
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