Inizio d’anno difficile per i consumatori italiani, che vedono diminuire la fiducia e le aspettative di reddito nei primi mesi del 2016. A sorpresa, aumenta in maniera significativa la propensione all’acquisto. A livello europeo, il livello di fiducia dei consumatori ha registrato un calo di 3,2 punti, attestandosi a 9 punti. Le ragioni della sfiducia crescente e delle basse aspettative economiche e di reddito sono da ricercarsi soprattutto nel perdurare del conflitto in Siria e della crisi dei migranti, nel pericolo di attentati in Europa, nella possibile uscita della Gran Bretagna dall’UE e nella situazione di stallo economico dei paesi emergenti.
Il trend positivo registrato negli ultimi mesi del 2015, con un indice di fiducia dei consumatori italiani salito – per la prima volta dal 2010 – di 1,9 punti, sembra appartenere al passato. Secondo quanto emerge dai risultati dell’indice di fiducia dei consumatori in Europa, rilevato da GfK, nei primi tre mesi del 2016 l’indicatore relativo al nostro Paese è nuovamente sceso in area negativa, attestandosi a -21,4 punti; un calo che si traduce in un indice negativo di 20 punti rispetto allo scorso dicembre. Evidentemente, i consumatori italiani non sono convinti che i risultati economici positivi dello scorso anno si protrarranno anche nel corso del 2016.
A marzo è calato di 3 punti anche l’indicatore delle aspettative di reddito, che però aveva raggiunto i 8,4 punti nel mese di gennaio, il valore più alto da marzo 2002 (8,5 punti). L’indicatore è salito di 0,8 punti rispetto a marzo 2015. Il livello delle aspettative di reddito, ancora molto basso, è influenzato dall’elevato tasso di disoccupazione presente in Italia. Nonostante il calo dello 0,7% registrato lo scorso anno, nel mese di febbraio la disoccupazione è salita nuovamente, attestarsi attorno all’11,7%.
Per contro, si è assistito a un significativo incremento dell’indicatore della propensione all’acquisto degli italiani, che si è attestato a 26,4 punti nel mese di marzo, con una crescita di 2 punti rispetto allo scorso dicembre. A gennaio, con 27,8 punti, l’indicatore ha raggiunto il più alto valore da giugno 1992, quando si registrarono 30,1 punti. Gli italiani, quindi, ritengono che si tratti di un periodo favorevole per effettuare acquisti di maggiore entità. Tuttavia, a causa della difficile congiuntura economica, bisognerà aspettare ancora per capire se gli italiani si potranno permettere veramente di spendere più soldi per prodotti e servizi di alta qualità.
Guardando nel complesso ai risultati dell’Unione Europea, si evidenzia una flessione di 3,2 punti dell’indice di fiducia dei consumatori durante il primo trimestre del 2016. L’indice è passato dai 12,2 punti di dicembre 2015 ai 9 punti di marzo 2016.
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