193 Glen Ave, Millburn, nella Contea di Essex.
Qui, nel Garden State, il New Jersey, uno dei più piccoli stati Usa, c’è un luogo magico: un bosco abitato da fate.
L’ha creato vent’anni fa una madre, Therese Ojibway, per aiutare suo figlio di tre anni, Clinton, a cui era stata diagnosticata la sindrome autistica.
Therese Ojibway, che è anche una insegnante di sostegno, pensò che in quello spazio verde, disseminato di piccole case e arredi legati al mondo delle fate, suo figlio avrebbe potuto evadere dalla rigida terapia comportamentale, sperimentando la gioia di un gioco sempre nuovo immerso nella natura.
E anche oggi che Clinton è un adulto, lui e sua madre vengono spesso qui a passeggiare. E non sono i soli. Il loro bosco delle fate è frequentato da tante famiglie, molte delle quali con bambini affetti da autismo.
Chi attraversa il sentiero fiabesco non sottrae nulla, anzi aggiunge: ad ogni visita Therese e suo figlio Clinton trovano nuovi giochi, nuove tracce, indizi del passaggio delle “fate”.
“E’ un luogo dove tutti i bambini, soprattutto quelli con autismo, possono passeggiare, guardare gli uccelli, giocare, seguire le loro fantasie senza sentirsi osservati – racconta Therese Ojibwai – Le famiglie possono venire qui e tracorrere ore a contatto con la natura, abbandonando le tecnologie, lasciando a casa il divano e la tv, per divertirsi insieme, tra gli alberi, esplorando la natura e vivendo un sogno”.
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