Sono 101 i Comuni italiani dove, dal 2010, si sono registrati impatti rilevanti legati a fenomeni atmosferici estremi, con 204 eventi tra allagamenti, frane, esondazioni, con danni alle infrastrutture o al patrimonio storico. Il dato è contenuto nel dossier “Le città italiane alla sfida del clima”, presentato oggi a Roma da Legambiente.
In Italia sono diverse le ragioni per cui l’adattamento al clima deve diventare una priorità nazionale. L’81,2% dei comuni è in aree a rischio di dissesto idrogeologico, con quasi 6 milioni di persone che vivono in zone a forte rischio idrogeologico. Questo dossier evidenzia come molte grandi città italiane hanno visto ripetersi negli anni fenomeni meteorologici estremi che hanno provocato danni alle infrastrutture e agli edifici e provocato morti e feriti. Tra il 1944 ed il 2012 sono stati spesi 61,5 i miliardi di euro solo per i danni provocati dagli eventi estremi nel territorio italiano.
Secondo i dati di “Italia sicura”, l’Italia è tra i primi paesi al mondo per risarcimenti e riparazioni di danni da eventi di dissesto: circa 3.5 miliardi all’anno dal 1945 in poi. Dal 1950 ad oggi abbiamo contato 5.459 vittime in oltre 4.000 eventi tra frane e alluvioni.
“I cambiamenti climatici stanno determinando impatti sempre più evidenti nelle nostre città, con rischi per le persone e le infrastrutture resi ancor più drammatici dal dissesto idrogeologico, da scelte urbanistiche sbagliate e dall’abusivismo edilizio – ha dichiarato la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni -. Serve un cambio di passo nelle politiche, con piani di intervento e risorse per l’adattamento al clima, come ci chiede anche l’Unione Europea, ma urge anche un cambio radicale delle scelte urbanistiche da parte dei Comuni, per mettere in sicurezza le aree più a rischio attraverso interventi innovativi, fermando il consumo di suolo e riqualificando gli spazi urbani, le aree verdi e gli edifici per aumentare la resilienza nei confronti di piogge e ondate di calore. Senza dimenticare che, come sta avvenendo in questi giorni, la mancanza di piogge legata ai mutamenti climatici incide sulle concentrazioni di inquinanti e smog nelle nostre città”.
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