Nel 2015 il Pil è aumentato dello 0,7%. Lo comunica l’Istat, con una revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima preliminare di marzo, che era pari a +0,8%.
Gli investimenti fissi lordi sono cresciuti dell’1,3%, i consumi finali nazionali dell’1%, le esportazioni di beni e servizi del 4,3% e le importazioni del 6,0%.
Il valore aggiunto, a prezzi costanti, è aumentato del 3,7% in agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’1,3% nell’industria in senso stretto e dello 0,4% nel settore dei servizi. Nelle costruzioni si è registrato, invece, un calo dell’1,2%.
Per l’insieme delle società non finanziarie, la quota di profitto è pari al 41% e il tasso di investimento al 19,3%.
Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato una crescita dello 0,9% sia in valore nominale, sia in termini di potere d’acquisto. Poiché i consumi privati sono aumentati dell’1,5%, la propensione al risparmio delle famiglie è scesa all’8,3% (dall’8,9% del 2014).
L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è pari nel 2015 a -2,6% (-3,0% nel 2014), con un valore invariato rispetto alla stima pubblicata a marzo. Il saldo primario, ossia l’indebitamento netto meno la spesa per interessi, è pari all’1,5% del Pil.
Nel 2014 il Pil è cresciuto dello 0,1%, con una revisione al rialzo di 0,4 punti percentuali rispetto alla diminuzione di 0,3 punti percentuali stimata a marzo.
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