Dino Geromella è un giornalista croato di 28 anni, con origini italiane. Qualche settimana fa è apparso completamente nudo in una pubblicità su un importante settimanale di politica del suo paese, per denunciare la condizione di tanti freelance, alle prese con cronici ritardi di pagamenti dai propri committenti.
«Non avendo il giornale liquidità per pagare 13 mesi di interviste tra cui molte fatte a parlamentari italiani – spiega Geromella alla Ago Press – gli ho chiesto a cambio una pagina pubblicitaria, dove appaio nudo, e spiego ai lettori che sono nudo perchè il settimanale che stanno leggendo mi ha lasciato al verde».
Qual è la sua storia?
«Ho 28 anni e da più di un decennio collaboro con vari media in Croazia, Italia, Spagna. Tante volte ho pubblicato articoli ed interviste gratuitamente, ma era una mia scelta: qualche volta per amore per il giornalismo, voglia di far conoscere temi nuovi ad un particolare target. Altre volte ho scritto gratis per avere visibilità. Uno dei molti giornali, Aktual, aveva pubblicato diverse mie interviste. In questo caso, per soldi, che spesso usavo come rimborso spese per raggiungere l’Italia. Da tredici mesi non pagavano. Ho scoperto che il loro conto bancario era in rosso, e che quei soldi probabilmente non li avrei avuto mai».
Che cosa le hanno proposto?
«Mi hanno fatto diverse ipotesi di compensazione: una macchina a noleggio, riposarmi alle terme, dolci di una pasticceria di Zagabria. Non ho voluto accettare, ed ho chiesto una pagina pubblicitaria sullo stesso giornale, che ha una certa autorevolezza. Quando gli ho mandato la foto di me nudo, con un testo che spiega che sono nudo perché non mi avevano pagato e non avevo soldi per comprare dei vestiti, devo averli stupiti».
Però l’inserzione è stata pubblicata
«In un’intervista a “La Croazia in diretta” ho spiegato che il fatto di avere pubblicato il mio messaggio contro di loro potrebbe sembrare la massima libertà di stampa, ma non è vero. Se io, pesce piccolo, sono riuscito a fare questa cosa, pensate che altri giornalisti non pagati, magari più importanti di me come, ad esempio, un giornalista che ora è candidato alla direzione di un teatro importante, non abbiano potuto influire sul contenuto di alcuni articoli? Lavorare gratis può essere una scelta. Lo fanno tutti i blogger dell’Huffington Post, e non vedo quale sia il problema. Ma se lo fai per sopravvivere, è giusto essere rispettati».
C’è stata una reazione da parte del mondo dell’informazione croato?
«Mi aspettavo un supporto pubblico che purtroppo è venuto a mancare. C’è stata, invece, una grande risonanza mediatica all’estero, Inghilterra, Austria, Spagna, Romania, Bosnia, Serbia e ora in Italia. Qualcuno mi ha definito un genio della comunicazione. Non sono d’accordo. Sono solo un “cretino” che è riuscito manipolare un editore importante».
Lei è al corrente che questi problemi esistono anche in Italia?
«Certo. La mia infatti è stata una provocazione che su internet ha avuto una gran viralità. Tutto ciò non per morbosità, anche perchè non c’è niente di bello da vedere, ma perchè molte persone in tutta Europa si trovano nella mia stessa situazione. Molti giornalisti hanno ancora paura di parlare, ed è triste, perchè compito del giornalismo è appunto far conoscere storie e problematiche di tutti i tipi, anche quelle che riguardano la nostra categoria».
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.