Occorre più trasparenza nell’uso dei dati degli utenti che scaricano app mediche in Italia. Lo afferma l’autorità garante della privacy, presentando i risultati dell’indagine, avviata a maggio per verificare il rispetto della normativa italiana sulla protezione dati da parte di applicazioni che utilizzano dati sanitari. Secondo il Garante, gli utenti non sono adeguatamente tutelati e troppe volte non sono messi in grado di esprimere un consenso libero e informato.
Una su due delle applicazioni mediche italiane e straniere analizzate dagli “sweepers” dell’Authority italiana, scelte a campione tra le più scaricate disponibili sulle varie piattaforme, non fornisce agli utenti un’informativa sull’uso dei dati preventiva all’installazione, oppure dà informazioni generiche, o chiede dati eccessivi rispetto alle funzionalità offerte. In molti casi l’informativa privacy non viene adattata alle ridotte dimensioni del monitor, risultando così poco leggibile, o viene collocata in sezioni riguardanti, ad esempio, le caratteristiche tecniche dello smartphone o del tablet.
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