Che gli utenti siano sempre più spiati quando navigano in rete non è più una novità, come dimostrano i numerosi annunci pubblicitari che compaiono e ci perseguitano sul browser, i quali rispecchiano con estrema precisione i nostri gusti ed abitudini di consumo.
Tale comportamento ha reso necessario l’intervento del Garante con un provvedimento che ha introdotto l’obbligo di informare l’interessato quando il sito web che sta visitando utilizza dei cookies che profilano i nostri comportamenti online.
Ulteriore garanzia, a favore del consumatore che utilizza internet, riguarderà il privacy officer, la figura esperta in materia di protezione dati disciplinata dal regolamento europeo che, dopo tre anni e mezzo di gestazione a Bruxelles, quest’anno attende di essere approvato e che introdurrà questo professionista già diffuso da tempo negli USA e in altri 15 Stati membri dell’UE.
Sebbene si tratti di un professionista che nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni ha il compito di vigilare sul rispetto del Codice sulla protezione dei dati personali, contribuendo ad assicurare trasparenza e maggiori tutele sul rispetto della privacy dei cittadini, in Italia non è ancora stata emanata alcuna legge specifica, né il Garante ha adottato provvedimenti per disciplinare il privacy officer.
In attesa del Regolamento Privacy UE, sembra però che finalmente la situazione di stallo a livello locale si stia sbloccando grazie all’avvio ufficiale dell’ inchiesta pubblica preliminare che permetterà di ottenere la pubblicazione di una norma Uni in grado di definire i profili delle figure professionali che si occupano di privacy.
“In Italia la privacy è considerata ancora come una burocrazia inutile, consistente in documenti da firmare, ma spesso sono i consumatori stessi ad autorizzare inconsapevolmente l’utilizzo dei loro dati per finalità di marketing in cambio di una fidelity card o attratti dalla possibilità di ricevere un certo premio, e non di rado questo avviene in maniera non trasparente senza ricevere un’adeguata informativa, o senza la possibilità di prestare un consenso legalmente valido – spiega il presidente di Federprivacy Nicola Bernardi – L’introduzione del nuovo regolamento europeo darà maggiori tutele all’utente anche attraverso l’introduzione del privacy officer, che nel nostro Paese è una professione rientrante nella Legge 4/2013 relativa alle professioni non protette”.
Poichè lo sviluppo di una norma tecnica deve avvenire secondo precisi principi di partecipazione e trasparenza, rispondendo alle concrete esigenze del mercato, grandi imprese e associazioni di categoria potranno inviare fino al prossimo 2 Luglio i loro commenti, in qualità di stakeholders, tramite il sito di Uni con la possibilità di partecipare al tavolo dei lavori (Codice Progetto E14D00036). La prossima riunione per il progetto di norma relativo alle figure professionali esperte di privacy all’Ente italiano di normazione si terrà il 16 luglio 2015.
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