Con un semplice esame del sangue sarà possibile evitare la malattia di Alzheimer.
Il test, denominato C4D, è frutto della ricerca di uno studio italiano iniziato dieci anni fa e condotto da ricercatori dell’Università Cattolica – Policlinico Gemelli di Roma, dall’ospedale Fatebenefratelli di Roma, e da Irccs Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia.
Già in precedenza, a cominciare dal 1984, studi internazionali sulla malattia di Alzheimer avevano dimostrato la correlazione tra la presenza di rame in eccesso e la possibilità di sviluppare la malattia di Alzheimer. In questi ultimi anni i ricercatori italiani sono andati oltre e attraverso studi clinici su pazienti e nuove analisi genetiche sono riusciti a dimostrare scientificamente lo stretto legame tra l’eccesso di una particolare frazione di rame nel sangue e la malattia di Alzheimer. In almeno il 60 per cento dei casi il rame può rappresentare un elemento determinante nello sviluppo della malattia.
La Canox4Drug, una nuova società di ricerca nel campo biomedico nata nel luglio 2012 che ha già sviluppato, prodotto e commercializzato molteplici prodotti in Italia, Europa ed Asia nell’ambito dell’ Health Care, ha investito nella ricerca per la messo a punto un metodo innovativo per misurare la quantità di rame “libero” circolante nel sangue, definito rame ‘Non-ceruloplasminico”, che è un marker della probabilità di contrarre dopo pochi anni la malattia di Alzheimer.
Il marker precoce individuato consente di accorgersi di questo fattore di rischio che è modificabile e di conseguenza dà l’opportunità di intervenire attraverso l’alimentazione o l’assunzione di integratori a base di zinco, con buone probabilità di prolungare i tempi di manifestazione della malattia o di evitarla completamente. Il test C4D funziona in modo molto semplice: una sonda fluorescente a spegnimento emette un segnale che viene quantificato da un lettore; quando lega il rame cambia di conformazione interrompendo il segnale. Il cambiamento di emissione viene letto dal lettore di fluorescenza ed è proporzionale alla quantità di rame Non-ceruloplasminico presente nel campione.
La malattia di Alzheimer secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpisce 35,6 milioni di persone in tutto il mondo e dovrebbe raddoppiare nel prossimo ventennio, arrivando ai 115,4 milioni entro il 2050.
Attualmente è possibile eseguire il test C4D in quasi tutte le regioni italiane.
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