In Italia circa un terzo della popolazione soffre di ipertensione. Ma solo la metà ne è consapevole, e solo un quarto è adeguatamente curato.
A lanciare l’allarme è la Siia, la Società italiana dell’ipertensione arteriosa, spiegando che a rischio non sono solo gli adulti, ma anche i bambini e gli adolescenti. I dati epidemiologici più recenti rivelano che il 4% degli studenti delle scuole elementari soffre di ipertensione.
Questa condizione clinica è la principale causa di malattie cardiovascolari come infarto del miocardio, ictus cerebrale e scompenso cardiaco, che ogni anno provocano 240mila morti, il 40% di tutti i decessi.
“La prima cosa è la prevenzione – raccomanda Gianfranco Parati, presidente della Siia – Quindi misurare regolarmente la propria pressione arteriosa, a cominciare dall’età scolare e correggere il proprio stile di vita: combattere il sovrappeso, introdurre meno sale con gli alimenti. Evitare i grassi favorendo, invece, una dieta ricca di frutta e verdura e fare attività aerobica regolarmente, almeno 30 minuti al giorno. Se e quando è necessario, è bene iniziare la terapia farmacologica consultando il proprio medico”.
Di come gestire il problema, di come misurarsi la pressione quando si è in casa o sul lavoro, e di quali stili di vita adottare si parlerà durante il congresso nazionale della Siia che vedrà, al fianco dei ricercatori e clinici italiani, scienziati di alcuni Paesi confinanti, tra i quali Slovenia, Croazia e Grecia. L’appuntamento è dal 6 al 9 ottobre al Palazzo Congressi di Firenze.
“Solo cambiando abitudini si possono veramente prevenire le gravi complicanze dell’ipertensione arteriosa e avere più probabilità di vivere a lungo e bene – conclude Parati – Non è tanto l’aggressività con cui si riduce la pressione arteriosa che fa la differenza in termini di riduzione del rischio di complicanze cardiovascolari, quanto la precocità degli interventi”.
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