L’inclusione dei ragazzi delle scuole superiori, provenienti da famiglie povere, è uno dei fiori all’occhiello della scuola italiana. Sotto questo aspetto, il nostro sistema scolastico è migliore di quello di molti altri Paesi.
Lo afferma uno studio elaborato dall’Ocse, secondo il quale l’indice che descrive la sperequazione in termini di preparazione tra soggetti più e meno fortunati, riguardo alle competenze linguistiche dei quindicenni, vale per l’Italia 0,45 mentre a livello Ocse sale a 0,48. Per la Danimarca è pari a 0,64 e per la Germania sfiora il valore di 0,49.
“I dati – commenta il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli – ci dicono che la scuola italiana è una scuola inclusiva, capace di supportare le studentesse e gli studenti che partono da condizioni più svantaggiate. Una scuola di cui possiamo essere orgogliosi e a cui dobbiamo ora continuare a garantire strumenti e risorse perché possa attuare sempre pienamente l’articolo 3 della nostra Costituzione, garantendo a tutte le ragazze e tutti i ragazzi pari opportunità e uguaglianza. In questa direzione vanno gli investimenti che stiamo facendo sulle competenze delle studentesse e degli studenti attraverso i fondi PON che abbiamo messo a bando nelle scorse settimane”.
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