Sono educati, ordinati, silenziosi e si lamentano poco. Queste qualità fanno dei giapponesi i migliori turisti, secondo un sondaggio realizzato da Jetcost, comparatore di prezzi di hotel e voli.
I giapponesi, inoltre sono quelli che lasciano le camere perfette, spendono molto negli hotel e sono interessati alla cultura locale.
Promossi a pieni voti anche i turisti scandinavi. Perché provano a parlare la lingua locale, sono gentili e umili, non creano problemi e non sono rumorosi. In Italia sono molto interessati al turismo del benessere, perché i trattamenti possono essere fino al 30% meno cari che nei loro paesi d’origine.
Pollice su anche per gli australiani, i canadesi e i tedeschi.
Chi sono invece i viaggiatori peggiori, secondo il giudizio dei manager, del personale addetto alla reception e dei dipendenti degli alberghi? Maglia nera ai britannici. Parlano solo l’inglese, di solito non amano consumare cibo e bevande locali e spesso bevono molti alcolici. Hanno sempre lamentele, sono disordinati e distruggono le camere. Sono anche in vetta alla classifica dei “peggio vestiti” e lasciano poche mance.
Dietro alla lavagna anche i francesi. Considerati arroganti, avari, maleducati, rumorosi e anche un po’ sporchi. Né si sforzano di parlare un’altra lingua diversa dalla loro.
La giustificazione che danno è che, essendo la Francia un paese così pieno di fascino, non hanno necessità di sforzarsi a imparare altri idiomi perché non hanno bisogno di andare all’estero.
Tuttavia, secondo Jetcost, dimostrano interesse per la cultura e la gastronomia locale.
E poi ci sono russi. Indisciplinati anche loro, maleducati e con poco gusto nel vestire, avari con le mance, inopportuni davanti ai buffet. Inoltre, si distinguono per il parlare a voce molto alta in luoghi pubblici come bar, ristoranti e piscine. Di positivo, però, hanno la loro propensione a spendere per le loro vacanze e sono interessati alla cultura e alle offerte benessere dei luoghi che visitano. La maggior parte di loro, quando viene in Italia, ama le città d’arte, i musei, si dedica allo shopping o va alle terme.
Bassa stima, infine, per i cinesi, e gli americani.
E noi italiani? Siamo in posizione intermedia. “Per tanto tempo – dice un portavoce di Jetcost – gli italiani sono stati considerati i turisti che spendevano di più all’estero, in particolare per il cibo, anche se le cose sono cambiate. Cercano di imparare almeno qualche parola nella lingua locale, si vestono bene e sono interessati ai costumi, alla cultura e alla cucina dei posti che visitano. Ma non tutto è positivo: sono chiassosi, spesso maleducati e avari con le mance, lasciano le camere disordinate e qualcuno ha il vizio di portarsi via qualche ricordino dagli hotel”.
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