In concomitanza con il Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea, quest’anno si terrà la prima Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola dal titolo “Un Nodo Blu – le scuole unite contro il bullismo”. Un’iniziativa lanciata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Piano nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola. Il tema sarà rilanciato domani sera anche nel corso del Festival di Sanremo e durante il dopo Festival.
Presso l’ex Caserma Guido Reni interverranno il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, assieme a Filomena Albano, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, a Roberto Sgalla, direttore centrale della Specialità Polizia di Stato, a Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia di Save The Children, a Ernesto Caffo, presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus. All’evento parteciperanno anche oltre mille fra studentesse e studenti e i rappresentanti di aziende, associazioni e istituzioni dell’Advisory Board di “Generazioni Connesse”, il consorzio italiano coordinato dal MIUR che si occupa di dare attuazione al Piano nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola. Sul palco interverranno anche la senatrice Elena Ferrara, prima firmataria del disegno di legge che punta a contrastare il fenomeno del cyberbullismo di recente approvato dal Senato e ora passato alla Camera dei Deputati, e l’onorevole Milena Santerini, presidente dell’Alleanza Parlamentare “No Hate” del Consiglio d’Europa.
Anche quest’anno al centro della scena ci saranno le ragazze e i ragazzi, in particolare quelli tra i 14 e i 18 anni, la cui vita sui social è stata oggetto di un’indagine sull’hate speech affidata da Generazioni Connesse a Skuola.net e all’Università degli Studi di Firenze. Il 40% degli intervistati dichiara di trascorrere on line più di 5 ore al giorno. Whatsapp si conferma il gigante degli scambi social fra gli adolescenti (80,7%), seguito da Facebook (76,8%) e Instagram (62,1%).
Bufale e fake news? Il 14% degli intervistati dichiara di non controllare mai se una notizia sia vera o falsa, un comportamento – sempre secondo la ricerca – che rende le ragazze e i ragazzi “facilmente preda di titoli sensazionalistici e ‘bufale’ che possono fomentare reazioni poco ragionate e forse guidate da sentimenti di rabbia e di odio”. Tre intervistati su 10 (il 29%) hanno messo un “like” ad un post che insultava o criticava aspramente un loro coetaneo; mentre 1 su 10 ha commentato con insulti o criticato “aspramente” un coetaneo sui social network. Quasi 3 ragazzi su 10 (il 28%) di persona non avrebbero usato le stesse parole. Mentre se incontrassero qualcuno che insulta un coetaneo il 14% dei ragazzi non farebbe nulla pensando “non è una cosa che mi riguarda”. E se gli insulti sono rivolti a personaggi famosi? L’11% dei giovani li approva in virtù di una più generale “libertà di esprimere ciò che si pensa”. Il 13% ammette di aver insultato un personaggio famoso on line.
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