Nessuna tra le città oggetto di test ha ricevuto il punteggio di “ottimo”. Sette, tra cui Milano, hanno ottenuto “buono” (Barcellona, Berlino, Colonia, Lisbona, Monaco, Parigi) e otto “sufficiente” (Bruxelles, Ginevra, Amburgo, Oslo, Rotterdam, Salisburgo, Zagabria, Zurigo). Sei, tra cui Roma (Amsterdam, Lussemburgo, Madrid, Praga, Vienna), sono state classificate “insoddisfacente”, mentre una – Lubiana (Slovenia) – “scarso”.
La miglior corsa singola si è svolta a Barcellona (dall’aeroporto alla stazione ferroviaria principale), ricevendo un punteggio quasi pieno.
La peggiore corsa singola, invece, si è svolta a Roma (dalla stazione Termini alla Fiera). Il conducente ha perso la strada due volte, con conseguente deviazione di quasi il 60 per cento. Ha poi ha richiesto 69 Euro invece dei 62,90 euro indicati sul tassametro. Un prezzo molto più alto rispetto ai circa 50 euro, per il percorso diretto, indicato dal listino prezzi del taxi. Il taxi in questione non aveva l’aria condizionata, ma un motore molto rumoroso, un finestrino rotto e dei fazzoletti di carta usati, sparsi in giro.
“Un servizio di taxi efficiente e di qualità – ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi – è una componente essenziale per lo sviluppo della mobilità urbana del terzo millennio. Per questo occorre investire, in particolare, nella formazione specifica per i conducenti, inserendo nei programmi d’esame anche conoscenze di base sui principali luoghi di interesse turistico ed artistico”.
“C’è l’esigenza – ha aggiunto Gelpi – di armonizzare i regolamenti a livello europeo per applicare gli stessi requisiti giuridici e gli stessi obblighi a tutti i tassisti. E’ necessario anche che le organizzazioni di categoria si autoregolamentino introducendo controlli specifici per garantire il rispetto delle norme e il rapido superamento dei disservizi”.