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Piano Casa, interventi per 1,74 miliardi

Sostegno all’affitto a canone concordato, ampliamento dell’offerta di alloggi popolari, sviluppo dell’edilizia residenziale sociale. Sono i tre punti cardine del piano per l’emergenza abitativa varato dal Consiglio dei ministri. Un pacchetto di norme per cui è stato previsto uno stanziamento di un miliardo e 741 milioni di euro.
Il primo obiettivo del decreto legge è fornire immediato sostegno economico alle categorie sociali meno abbienti che ad oggi non riescono più a pagare l’affitto, con l’aumento di 100 milioni del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, e di 226 milioni del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli.
Per favorire l’immissione sul mercato degli alloggi sfitti si riduce dal 15% al 10%, per il quadriennio 2014-2017, l’aliquota della cedolare secca di cui si potrà usufruire anche in caso di abitazioni date in locazione a cooperative o a enti senza scopo di lucro, purché sublocate a studenti con rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione o assegnazione.
Per attenuare le tensioni sul mercato delle locazioni (2,5 milioni di famiglie in affitto pagano un canone superiore al 40% del loro reddito) la norma prevede che le risorse del fondo affitto siano destinate anche alla creazione di strumenti a livello comunale che svolgano una funzione di garanzia terza fra proprietario e affittuario.
Si prevede un Piano di recupero di immobili e alloggi di edilizia residenziale pubblica, che beneficerà dello stanziamento di 400 milioni di euro con il quale finanziare la ristrutturazione con adeguamento energetico, impiantistico e antisismico di 12mila alloggi.
Inoltre viene previsto un ulteriore finanziamento, di 67,9 milioni di euro, per recuperare ulteriori 2.300 alloggi destinati alle categorie sociali disagiate (reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27.000 euro, nucleo familiare con persone ultrasessantacinquenni, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento, figli fiscalmente a carico e che risultino soggetti a procedure esecutive di rilascio per finita locazione).
Una sezione del decreto legge riguarda l’acquisto degli alloggi ex Iacp da parte degli inquilini. L’obiettivo è incrementare l’offerta di alloggi sociali anche attraverso attività di recupero, manutenzione e gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica senza consumo di nuovo suolo. Per favorire le vendite è prevista la costituzione di un Fondo destinato alla concessione di contributi in conto interessi su finanziamenti, che avrà una dotazione massima per ciascun anno dal 2015 al 2020 di 18,9 milioni di euro per un totale di 113,4 milioni.
Ancora, più vantaggi per chi abita in un alloggio di edilizia popolare
Il governo prevede che per gli anni 2014, 2015 e 2016 ai soggetti titolari di contratti di locazione di alloggi sociali adibiti a propria abitazione principale spetti una detrazione complessivamente pari a 900 euro, se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro, e di 450 euro, se il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ma non supera i 30.987,41 euro.
Più vantaggi anche per chi mette in affitto alloggi sociali nuovi o ristrutturati.
I redditi derivanti dalla locazione di alloggi nuovi o ristrutturati non concorrono alla formazione del reddito d’impresa ai fini Irpef, Ires e Irap nella misura del 40 per cento per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori.
Trascorsi almeno 7 anni dalla stipula del contratto di locazione, l’inquilino avrà facoltà di riscattare l’unità immobiliare. Due vantaggi per chi acquista: l’Iva dovuta dall’acquirente viene corrisposta solo al momento del riscatto e non all’inizio; il reperimento del fabbisogno finanziario residuo per l’acquisto è rimandato al momento dell’atto di acquisto. Inoltre chi vende rimanda la tassazione Ires e Irap sui corrispettivi delle cessioni alla data del riscatto.