L’insieme delle attività connesse alla bioeconomia ha raggiunto nel 2015 in Italia un valore di circa 251 miliardi di euro di valore della produzione, per 1,65 milioni di occupati.
E’ quanto emerge dal terzo Rapporto dedicato alla bioeconomia in Europa, presentato oggi a Napoli da Intesa San Paolo, Srm e Assobiotec.
Il confronto con gli altri principali paesi europei, con dati aggiornati al 2014, evidenzia il peso importante che i settori afferenti alla bioeconomia rivestono sul totale del valore della produzione nel nostro Paese: l’Italia, con un peso pari all’8,1%, è seconda solo alla Spagna (10,8%, dove spicca il contributo della filiera agro-alimentare), superando la Francia (7,5%), la Germania (6,1%) e il Regno Unito (4,7%).
Oltre a un peso rilevante, l’Italia si caratterizza anche per una maggiore diversificazione settoriale, con un ruolo dominante della filiera agro-alimentare ma anche con una presenza significativa del mondo del tessile e della concia, dell’industria del legno, della carta e una significativa presenza nelle componenti high-tech della chimica biobased e della farmaceutica biotech.
In Italia le percentuali di rifiuti raccolti in modo differenziato sono cresciute in modo significativo su tutto il territorio nazionale nel corso degli anni duemila. Nel 2015, il 47,5% dei rifiuti solidi urbani è stato raccolto in modo differenziato, i rifiuti biodegradabili rappresentano il 72% del totale.
La raccolta differenziata della componente organica registra un’accelerazione importante e raggiunge i circa 100 chilogrammi per abitante a livello di media nazionale nel 2015.
Nonostante l’evoluzione del settore, sottolinea il rapporto, ci sono ancora potenzialità importanti in particolare in alcune aree del Paese. La raccolta differenziata è ancora poco diffusa al Centro e al Sud, dove gli ultimi dati del 2015 mostrano una incidenza ancora ferma, rispettivamente, al 43,8% e al 33,6%. In termini pro capite i rifiuti organici raccolti sono pari a 70,2 chilogrammi per abitante al Sud, rispetto ai 101 registrati nelle regioni del Centro e ai 122 delle regioni del Nord.
Il perimetro ampliato della bioeconomia porta a stimare nel 2014 per l’Italia un valore complessivo pari all’8,4% della produzione nazionale. La dimensione del ciclo dei rifiuti biocompatibile nei cinque paesi europei (Italia, Germania, Spagna, Francia e Regno Unito) è stimata in circa 43 miliardi, con un’occupazione di circa 173 mila unità, sempre nel 2014.
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