Secondo un sondaggio di Infojobs, piattaforma online di recruiting, il 27% dei maschi italiani ambisce ad un lavoro che lo occupi solo per metà giornata, mentre quattro su dieci dichiarano di essere costretti a lavorare per questioni economiche.
Solo un quinto dei maschi italiani lavora per la propria ambizione o per la propria realizzazione personale.
Dai dati raccolti e analizzati, emerge che un’ampia quota dei papà-lavoratori sarebbe disposta a lasciare il lavoro (oltre il 40%) o a ridursi l’orario (36.7%) per passare più tempo con la propria famiglia. Se persiste, da un lato, un 18.3% di uomini con una visione più tradizionalista e che preferirebbe vedere la propria compagna dedicarsi esclusivamente alla famiglia, per quasi il 50% degli intervistati la ricetta della felicità consiste in un lavoro part-time per sè e la propria partner, in modo da poter gestire la bilancia lavoro-famiglia in maniera più flessibile e proficua.
Perché allora, a fronte di una volontà chiara di spendere più tempo con i propri cari, la scelta di dedicarsi alla vita familiare è ancora così poco diffusa? Se per il 27% dei lavoratori intervistati il principale disincentivo è direttamente legato all’aspetto economico, tra coloro che invece potrebbero permetterselo, quasi il 15% dichiara di avere timore di essere giudicato negativamente all’interno del proprio ambiente di lavoro e frenare così l’ambizione verso un orario più flessibile. In controtendenza, solo un altro 15% del campione maschile dichiara di non essere interessato a ridurre il proprio orario di lavoro. Ma come vedono gli uomini italiani una combinazione orario ridotto-carriera? Se oltre la metà degli intervistati dichiara che lavorare con orario ridotto è un privilegio dei dirigenti e che le conseguenze pesino sui collaboratori con carichi di lavoro e responsabilità maggiori, oltre il 43% dei lavoratori italiani pensa che l’opzione di un orario ridotto sia una prerogativa delle posizioni di livello basso o intermedio. E di fronte al congedo parentale? Un italiano su tre si dice non interessato ad usufruire del congedo di paternità preferendo lasciare alla propria partner il privilegio di farlo mentre quasi il 40% degli uomini ritiene che, dal punto di vista professionale, la scelta di sfruttare a pieno il congedo sarebbe giudicata negativamente dal proprio ambiente di lavoro.
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