In Italia, esclusa la componente straniera, si fanno sempre meno figli. E cresce l’età media delle madri.
Secondo dati del Censis, diffusi oggi, in occasione del Fertility Day, sono 485.780 i bambini nati in Italia nel 2015, il numero più basso dall’Unità d’Italia, il 3,3% in meno rispetto al 2014.
Con un tasso di natalità pari a 8 per 1.000 abitanti nell’ultimo anno, il nostro Paese si posiziona all’ultimo posto nella graduatoria europea.
La riduzione delle nascite si registra in maniera uniforme lungo tutta la penisola, ma le regioni con la più bassa natalità sono la Liguria (6,5 nati per 1.000 abitanti) e la Sardegna (6,7 per 1.000).
E’ rilevante il contributo delle donne straniere alla natalità, dal momento che le nascite da madre straniera rappresentano il 19,2% del totale, ma è variabile tra le regioni ed è in diminuzione. Le donne in Italia diventano madri per la prima volta mediamente a 30,7 anni: l’età più avanzata nel confronto con tutti gli altri Paesi europei. La tendenza a posticipare la gravidanza è maggiore tra le madri italiane rispetto alle straniere: rispettivamente, 32,2 e 28,7 anni.
Gli ostacoli principali? Crisi economica e politiche familiari carenti. Secondo l’indagine del Censis, l’88% degli italiani è convinto che nel nostro Paese si facciano pochi figli e l’83% pensa che la crisi economica abbia reso più difficile la scelta di diventare genitori. Solo il 15% ritiene che chi desidera realmente un figlio dovrebbe essere disposto a qualunque sacrificio.
Un ruolo rilevante viene attribuito alle politiche familiari: il 61% degli italiani pensa che se migliorassero gli interventi pubblici le coppie sarebbero più propense ad avere figli. Le principali richieste riguardano sgravi fiscali e aiuti economici (71%), il potenziamento degli asili nido (67%), il sostegno nell’affrontare i costi per l’educazione dei figli, dalle rette scolastiche alla mensa, ai servizi di trasporto (56%).
Il 60% degli italiani si giudica poco o per nulla informato sul tema della infertilità. In particolare le persone meno istruite, ma la scarsa informazione riguarda anche i laureati (50%). La tendenza a spostare in avanti nel tempo il momento in cui si decide di avere un figlio emerge anche dall’alta percentuale di italiani, il 46%, che ritengono che una donna che desidera un figlio deve cominciare a preoccuparsi solo dopo i 35 anni. Tra le cause di infertilità, la più citata è lo stress. Il 44% pensa che dovrebbero trascorrere due anni e oltre dai primi tentativi di concepimento prima di avere il sospetto su possibili problemi di fertilità. In effetti, le coppie che stanno svolgendo un percorso di procreazione medicalmente assistita nel corso del 2016 hanno fatto trascorrere mediamente 2 anni e 2 mesi dai primi tentativi falliti al primo contatto con il medico.
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