Oltre 57 milioni di euro di gettito stimato per l’erario su un imponibile emerso di 827 milioni di euro di attività estere dichiarate e circa 1.600 istanze presentate all’Agenzia delle Entrate. Questi i numeri in Campania della voluntary disclosure, la procedura di collaborazione volontaria che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all’estero di regolarizzare la propria posizione fiscale, denunciando spontaneamente all’Amministrazione finanziaria la violazione degli obblighi di monitoraggio.
Nel dettaglio, sono state presentate 1.591 istanze di regolarizzazione da contribuenti residenti in Campania, pari all’1,23% del totale nazionale che conta circa 130mila richieste pervenute all’Agenzia delle Entrate entro il termine del 30 novembre scorso.
Le attività detenute illecitamente all’estero per le quali è stata chiesta la regolarizzazione ammontano in regione a oltre 827 milioni di euro, equivalenti all’1,39% dell’importo nazionale, di cui circa 260 milioni derivano da attività rientrate in Italia. A differenza di quanto previsto da misure di emersione adottate nel passato, aderendo alla procedura di collaborazione volontaria il contribuente è tenuto a versare integralmente le imposte e gli interessi, con la riduzione delle sole sanzioni.
L’operazione voluntary disclosure in Campania ha quindi fruttato alle casse dello Stato un gettito stimato di 57,4 mln di euro, pari all’1,5% del dato nazionale di 3,8 miliardi, ottenuto sommando imposte sui redditi, imposte sostitutive, Iva, Irap, ritenute e contributi, calcolati, al netto degli interessi, applicando aliquote medie prudenziali. A questi importi si aggiungono le sanzioni, tra cui quelle relative a violazioni della normativa sul monitoraggio fiscale. Il gettito effettivo sarà determinato successivamente dall’attività di accertamento, svolta dall’Agenzia delle Entrate, sulle istanze presentate, che saranno esaminate in contraddittorio con il contribuente stesso.
La procedura di collaborazione volontaria per l’emersione dei capitali detenuti all’estero, avviata un anno fa con la legge 186 del 2014, si colloca sulla scia di una serie di misure, varate a livello internazionale, per potenziare il contrasto all’evasione internazionale e rappresenta uno strumento in più di dialogo tra Fisco e contribuenti che intendono intraprendere la strada della legalità fiscale, autodenunciando la propria posizione fiscale, nell’ottica di una maggiore collaborazione e trasparenza.
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