Nell’edizione 2017 del World Press Freedom Index, elaborato da Reporters Sans Frontieres, l’Italia si colloca al 52mo posto, scalando ben 25 posizioni. Un miglioramento, spiega il report, dovuto all’assoluzione dei due giornalisti processati nel caso Vatileaks. “Ma – si legge – l’Italia continua ad essere uno dei paesi europei in cui i giornalisti sono maggiormente minacciati dalla criminalità organizzata”. Tra i problemi indicati, anche l’effetto di “responsabili politici come Beppe Grillo che non esitano a comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che danno loro fastidio”.
Nel resto del mondo, la libertà di stampa viene complessivamente giudicata come gravemente minacciata in 22 paesi, etichettati come “neri”, tra cui Burundi, Egitto e Bahrein. Libertà di stampa compromesa in maniera grave anche in 72 paesi etichettati come “rossi”, tra cui Cina, Russia, India, e vaste aree di Medio Oriente, Asia Centrale, America Centrale, e Africa.
Ultima assoluta, nella graduatoria, è la Corea del Nord, preceduta da Turkmenistan ed Eritrea. I paesi più virtuosi sono invece quelli del Nord Europea, con ai primi posti Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca e Olanda.
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