di Luigi D’Alise
La parola femminicidio compare per la prima volta su un quotidiano italiano, La Stampa, nel 1977.
Ma bisognerà attendere il 2001 per il suo ingresso ufficiale nel Dizionario della lingua italiana.
Sul fronte dei dati, solo dal 2019 l’Istat ha cominciato ad usarla, negli studi annuali pubblicati in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra oggi.
Autrice di inchieste e libri sul tema dei dati e della tecnologia, Donata Columbro in un articolato servizio sul settimanale L’Essenziale in edicola, spiega che definire un fenomeno e comprendere la sua portata, è il primo passo per capire come misurarlo e come progettare politiche pubbliche efficaci.
Nell’ultima indagine dell’Istat sugli “stereotipi di genere”, si legge ad esempio che il 39,3% degli uomini pensa che la donna è responsabile della violenza subita perché avrebbe potuto evitarla.
La disponibilità e soprattutto l’accessibilità dei dati può cambiare il punto di vista delle istituzioni, spingendole ad agire.
Ma anche quello di un popolo
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