di Luigi D’Alise
In Italia ha un’occupazione solo una donna su due.
Tra le lavoratrici, meno contratti stabili, più part-time e precarietà: è il nodo del sistema economico e sociale italiano che tutti conoscono ma che si fa finta di non vedere.
In un mercato del lavoro che secondo le statistiche è il migliore da trent’anni, evidenziano Chiara Di Cristofaro e Manuela Perrone in un ampio servizio su Il Sole 24 Ore, le italiane arrancano ancora. Le occupate sono arrivate sì a 9,87 milioni, ma rappresentano soltanto il 51,9% delle donne tra i 15 e i 64 anni, contro il 69,7% degli uomini e con grandi differenze territoriali da Nord a Sud.
Un dato migliorato rispetto alla fase più acuta della pandemia, ma comunque è ancora sideralmente distante dal 62,7% della media europea, spiega il quotidiano economico.
Altra questione è quella della maternità, che continua a essere percepita come un ostacolo. Secondo l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, dopo la nascita di un figlio quasi 1 donna su 5, tra i 18 e i 49 anni, non lavora più e solo il 43,6% permane nell’occupazione. Motivazione prevalente, la conciliazione tra lavoro e cura della famiglia (52%), seguita dal mancato rinnovo del contratto o licenziamento (29%).
Buon 8 marzo
(illustrazione di Lucrezia Viperina)
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