Le violente scosse nell’Italia centrale, che si sono verificate ad agosto e ad ottobre, hanno messo in ginocchio il comparto dell’agroalimentare in molte aree.
Secondo una stima della Coldiretti, ci sono 3mila aziende agricole in crisi e 10mila posti di lavoro in pericolo. Si teme anche per il futuro di produzioni tipiche nazionali: dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito, dallo zafferano al tartufo, fino al prosciutto di Norcia Igp.
“Con l’arrivo del freddo occorre una corsa contro il tempo per dare la possibilità agli allevatori di stare vicino ai propri animali con container, roulotte o moduli abitativi ma servono anche ricoveri sicuri per il bestiame con stalle, fienili e casolari lesionati, distrutti o inagibili – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – L’emergenza e peggiorata e molte aziende oggi rischiano di chiudere per sempre se non si creano le condizioni per restare sul posto, garantendo vivibilità e operatività per accudire il bestiame e dare continuità alle attività produttive”.
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