E’ morto alle 3.37 del mattino Totò Riina. Il ras mafioso aveva 87 anni, compiuti ieri, ed era ricoverato nel reparto detenuti del carcere di Parma. Le sue condizioni di salute si erano aggravate nell’ultima settimana, ed era stato sottoposto a due interventi chirurgici.
Riina, in carcere dal gennaio del 1993 in regime di detenzione 41 bis, stava scontando 26 condanne all’ergastolo per essere stato, a partire dagli anni ’50, l’esecutore materiale, o il mandante, di decine di omicidi e stragi di mafie. Tra le accuse nei suoi confronti, quella per gli attentati costati la vita ai magistrati Falcone e Borsellino e alle rispettive scorte, avvenuti entrambi nel 1992.
Al momento della morte, Riina è ancora imputato per la cosiddetta trattativa Stato-Mafia: finché la salute glielo ha permesso, ha anche seguito in videoconferenza le udienze del processo.
Nonostante l’età avanzata, e i problemi di salute, per gli inquirenti Riina era ancora considerato a capo della cupola mafiosa “Cosa Nostra”.
Anche in carcere, Riina non ha mai mostrato un cenno di pentimento, e in alcune sue conversazioni con detenuti e parenti ha rivolto minacce di morto contro i magistrati e rivendicato con orgoglio l’omicidio del giudice Falcone.
“Sono sempre Totò Riina, farei anche 3.000 anni di carcere” aveva ribadito, lo scorso febbraio, in un colloquio con la moglie.
“Per me tu non sei Totò Riina, sei il mio papà. E in questo giorno per me triste ma importante ti auguro buon compleanno papà. Ti voglio bene, tuo Salvo”, ha scritto il figlio di Riina, attraverso Facebook.
Non saranno esguiti funerali pubblici per Riina. “La condanna della mafia da parte della Chiesa è chiarissima – ha detto monsignor Ivan Maffeis, portavoce della Conferenza episcopale italiana –. Ricordo la scomunica del Papa ai mafiosi. Alla Chiesa sta a cuore l’educazione delle coscienze, l’educazione alla legalità, sostenere le tante persone che alzano la testa contro la mafia”. Don Ivano Mafeis ha anche aggiunto che, se la famiglia lo chiedesse, “la presenza di un sacerdote per accompagnare con la preghiera la salma non si può negare a nessuno”.
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