Peggiorano le prospettive occupazionali dei diplomati. Secondo dati diffusi oggi dall’Istat, nel 2015 hanno un impiego il 43,5% di coloro che hanno conseguito il titolo quattro anni fa. Nel 2011, erano invece occupati il 45,7% dei diplomati nel 2007.
A cercare ancora una occupazione, quattro anni dopo il diploma, sono il 21,8%. Nel 2011 erano il 16,2%.
Le probabilità di inserimento nel mondo del lavoro si sono abbassate maggiormente per gli uomini (gli occupati sono il 46,8%, contro il 51,2% del 2011), mentre sono rimaste invariate per le donne (40,4%).
Trovare lavoro, per i diplomati, è più difficile al Sud, dove i diplomati del 2011 che hanno un impiego sono il 37%. Percentuale inferiore rispetto a quella registrata nelle regioni del Centro (42%) e del Nord (50%).
Nel 2015 il 48,3% dei diplomati è impegnato nel percorso universitario (50% nel 2011).
Fra i diplomati che lavorano nel 2015, uno su quattro (25,3%) è dipendente a tempo indeterminato, l’11,5% è lavoratore autonomo, e il restante 63,2% ha un’occupazione non stabile. Nel dettaglio, il 33,8% di questi ultimi ha un contratto a tempo determinato, l’8,7% è alle dipendenze senza contratto, il 13,8% ha un contratto a progetto, di prestazione d’opera, viene retribuito con voucher o ha borsa di studio o lavoro, e il 6,9% svolge attività formativa retribuita.
A quattro anni dal diploma, otto diplomati su dieci vivono ancora in famiglia.
Per quanto riguarda i laureati, sono il 72,8% quelli con il titolo di primo livello che hanno concluso gli studi nel 2011, e che nel 2015 lavorano. La percentuale di occupati sale all’80,3% per i laureati di secondo livello a ciclo unico e all’84,5% per i laureati specialistici biennali di secondo livello.
Valori stabili rispetto alla precedente indagine dell’Istat sui laureati del 2007.
I livelli più elevati di occupazione, superiori al 93%, si riscontrano tra i laureati di secondo livello nei gruppi legati a difesa e sicurezza (99,4%), medicina (96,5%) e ingegneria (93,9%).
L’inserimento nel mercato del lavoro è più difficile per i laureati, sia di primo che di secondo livello, nei gruppi legati a materie letterarie (61,7% e il 73,4%) e geo-biologiche (58,6% e 76,5%).
Critica è anche la situazione dei laureati di primo livello in discipline legate alla psicologia (54,4% di occupati) e dei laureati di secondo livello nel gruppo giuridico (67,6%).
Fra i laureati di primo livello, oltre uno su due (52,8%) lavora a tempo determinato oppure con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o di prestazione d’opera occasionale o con borse di studio o lavoro. Il lavoro non stabile coinvolge invece il 41,9% dei laureati di secondo livello (33,8% per gli uomini)
I laureati di secondo livello che provengono da lauree collegate a difesa e sicurezza, medicina e ingegneria percepiscono retribuzioni mediane mensili più elevate, superiori a 1.600 euro.
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