E’ precipitata oggi nell’atmosfera di Saturno, lasciando dietro di sè una scia luminosa simile a una stella cadente. E’ terminata così l’avventura della sonda Cassini, durata 20 anni, che ha rappresentato una delle tappe più importante nella storia della conquista della spazio. Una storia alla quale l’Italia, attraverso l’Asi, ha partecipato collaborando con la Nasa e l’Esa.
Dopo sette anni di viaggio e tredici di attività la sonda ha inviato a Terra, attraverso la sua grande antenna di 4 metri di diametro progettata e costruita in Italia dalla Thales Alenia Space, una mole di informazioni che terrà occupati gli scienziati per i prossimi anni per scoprire i dati mancanti sulla formazione di Saturno e sui suoi anelli. L’antenna è stata anche una parte integrante di due strumenti che hanno visto l’Asi e l’università italiana protagonisti, il radar e la radioscienza.
Cassini ha inviato a terra, già dal suo arrivo, spettacolari immagini di un pianeta poco conosciuto. Ma la bellezza delle immagini ravvicinate degli anelli che circondano Saturno o delle loro ombre proiettate sul Pianeta, è solo una parte degli eccezionali risultati della missione che ci ha svelato la superficie di un mondo prima ignoto. Titano, con i suoi mari di idrocarburi o Encelado, che si credeva fosse un piccolo satellite ghiacciato e poco importante e che si è invece rivelato, con i suoi geiser di acqua che sono l’evidenza di un mare sotterraneo, un mondo dove potrebbero esserci le condizioni per lo sviluppo di forme di vita.
Gli strumenti di Cassini ci hanno dato le ultime informazioni, fondamentali, man mano che si è avvicinato al tuffo finale. La Camera ha inviato sulla Terra le conclusive dettagliate e ravvicinate immagini prima di essere spenta. Il contatto radio si è spento pochi secondi prima che Cassini si dissolvesse nell’atmosfera di Saturno, inviandoci ancora ulteriori dati.
“Cassini ha esteso in modo esponenziale la nostra conoscenza del Sistema Solare – ha detto il presidente dell’Asi, Roberto Battiston – Questa missione, inoltre, è un esempio del miglior linguaggio della scienza, il linguaggio della cooperazione internazionale e della condivisione dei dati scientifici, essenziale per il successo delle esplorazioni spaziali”.
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