Le forti scosse di terremoto che hanno colpito l’Italia centrale il 24 agosto, e il 26 e 30 ottobre, hanno costretto 22mila persone ad abbandonare la propria abitazione.
Di queste, oltre 15mila sono assistite nell’ambito del proprio comune, in palazzetti, centri polivalenti e strutture allestite ad hoc, e oltre 1.400 si trovano in strutture alberghiere o agriturismi sul territorio.
Sono, poi, circa 6.700 le persone accolte presso le strutture alberghiere: 6mila alloggiate lungo la costa adriatica e poco meno di settecento in Umbria.
Infine, circa duecento persone fra Lazio, Marche e Umbria sono assistite in tenda.
Il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, nel corso di una riunione di ieri con i sindaci ha ribadito che le sistemazioni abitative al di fuori dalle zone colpite dal terremoto restano la formula migliore per garantire adeguata assistenza alla popolazione, fino al momento di rientrare a casa, se agibile o riabitabile con piccoli interventi, o fino all’arrivo delle casette.
“Vorrei che non sfuggisse a nessuno l’entità del sisma di cui parliamo – ha detto il presidente del Consiglio Renzi, che si è recato ieri a Preci, in forma privata, per partecipare a una funzione religiosa per la festività di Ognissanti – Abbiamo avuto un terremoto di magnitudo 6.5 che è il peggiore dai tempi dell’Irpinia. È fisiologico che ci siano preoccupazioni ma ce la faremo. Ci vogliono energia e decisione, la sfida è tutt’altro che facile: tutta l’Italia deve essere vicina a chi e stato colpito dal terremoto”.
Renzi, infine, ha confermato che entro questa settimana sarà emanato il nuovo decreto legge con le misure per le zone terremotate. I nuovi provvedimenti faranno seguito allo stanziamento di ulteriori 40 milioni per la gestione dell’emergenza, stabilito il 31 ottobre dal Consiglio dei ministri.
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