Giffoni Film Festival. Sabina Guzzanti: “La televisione deve tornare a suscitare partecipazione”
- 22 Luglio 2016
- Pubblicato in Ago Press Foto
Da quindici anni non compare in video con un suo programma. I giovani giurati del Giffoni Film Festival non hanno mai potuto vedere Sabina Guzzanti sul piccolo schermo, se non in alcune apparizioni.
Ma in tv tornerà a breve. Nella prossima stagione porterà su La 7 il programma “Tg porco”.
“Ho qualche problema a lavorare in televisione – ha detto ai ragazzi del Giffoni – perchè mi cacciano sempre. Ora mi hanno fatto tornare grazie al Tg Porco che ho girato a casa mia, con un green screen, un prodotto fatto in casa, solo per la circolazione web, ma abbiamo fatto una decina di milioni di visualizzazioni”.
Oggi che ruolo ha la tv? Per Sabina Guzzanti l’evasione a tutti i costi ha ucciso la televisione: “Quando era libera – ha dichiarato – la tv scatenava una grande partecipazione, la gente si arrabbiava e aveva la sensazione che le cose potessero cambiare. Oggi questa sensazione non c’è più. Ti riempiono la testa di programmi che sono fatti apposta per renderci passivi. La vita si è fatta angosciante e l’istinto ci porta alla fuga perché non vuoi pensare a niente. Dovremmo smettere di farci riempire la testa di cose stupide”.
Altro ospite del Giffoni Film Festival, nella giornata di ieri, il regista Paolo Genovese, che ha lanciato un appello alle istituzioni affinché promuovano un progetto educativo sulla settima arte. “Ormai i giovani comunicano tra di loro proprio attraverso l’audiovisivo, che potrebbe essere uno strumento formativo eccezionale – ha detto – Ma non si educa più alla qualità: la pirateria non solo toglie circa il 30% del mercato a un film, ma abitua alla bassa qualità dell’immagine e del sonoro. Anche qui c’è una responsabilità delle ustituzioni: i ragazzi non riescono a percepire l’illegalità ed è un problema per il cinema italiano”.
Nel futuro di Genovese c’è un nuovo film, di cui ha annunciato il titolo, “Il primo giorno della mia vita”. “Non ci sarà l’amaro cinismo di Perfetti Sconosciuti, anzi sarà il contrario, molto positivo – ha spiegato – Probabilmente nasce come reazione a questo momento, in cui tutto il mondo sembra andare a fuoco. Ho voglia di fare un film sulla bellezza della vita”.
Impegnata tra teatro, cinema, tv e un romanzo, Chiara Francini ha raccontato le sue prossime destinazioni in un incontro pieno di energia. “Sembra di essere a un concerto rock – ha detto l’attrice, amatissima per il ruolo di Perla in “Non dirlo al mio capo”, serie di Rai 1 che l’ha vista al fianco di Vanessa Incontrada.
“È un personaggio che mi è entrato nel cuore. È scritto così bene, ma anche così politically uncorrect, che temevo potesse non piacere al pubblico dell’Ammiraglia Rai: è caustica e sarcastica proprio come me”. Chiara Francini spera in una seconda stagione della serie: “Ma penso che si farà” ha detto, scatenando l’entusiasmo della sala.
Da bambino sognava di diventare calciatore, ma un infortunio ha fermato la carriera di Sam Claflin. Ecco come l’attore inglese ha dato una svolta alla sua vita e a 16 anni ha deciso di votarsi alla recitazione. Lo ha raccontato al Giffoni Film Festival in occasione dell’anteprima nazionale del suo prossimo film, “Io prima di te”, in arrivo nei cinema italiani dal primo settembre.
“È il ruolo più complesso della mia carriera” ha spiegato. Nel film è Will Traynor, un giovane di successo che a causa di un incidente è costretto a vivere su una sedia a rotelle paralizzato dal collo in giù. L’arrivo della buffa Lou Clark (Emilia Clarke della serie Il trono di spade), la nuova assistente domiciliare, trasforma la sua grigia quotidianità in un’esplosione di colori, donandogli un nuovo ottimismo.
Su di loro, infatti, incombe il desiderio del ragazzo di ricorrere all’eutanasia in una clinica svizzera. “Il film – commenta Claflin – ruota attorno alla libertà di scegliere. Nessuno, me compreso, può dire cosa farebbe al posto di Will. Ecco perché il senso della storia si riassume in due parole, vivere coraggiosamente. Ci sono voluti 3-4 mesi di prove sulla sedia a rotelle per capire cosa significasse vivere come lui, affidarmi solo agli occhi e alle espressioni facciali per far arrivare emozioni e sentimenti”.
Le sonorità etno world di Eugenio Bennato sono state protagoniste della sesta serata del Campania Sound Experience.
Dal cantautore, parole di elogio verso il Giffoni Film Festival. “E’ un’idea vincente – ha detto – Un evento che attira attenzione nazionale e internazionale in una cittadina in provincia di Salerno. E’ un modo per abbandonare quel senso di vittimismo del meridione, in cui sembra che non ci crei mai nulla”. Bennato ha ripercorso i suoi inizi. “Il cinema è il motivo per cui decisi di fare musica – ha ricordato -, senza dover necessariamente prestare il proprio volto sul palco, ma lavorando dietro le quinte. Comporre musica che si ponga al servizio delle immagini, significa creare melodie narratrici. La musica ha valore di racconto straordinario, ancor più se legato a cartoni animati.”
Foto Alfonso Romano / Ago Press